L'Hudson 40 resta una barca, ancora dopo 20 anni dal progetto,
che gode di una grande reputazione sia fra gli addetti ai lavori, che
fra i diportisti. Non c'è stato nessun "addetto ai lavori" (non di
ultima generazione) che non ci abbia parlato bene di questa barca e
che non abbia rimpianto la sparizione del cantiere. Come sono stati
diversi i diportisti (anche questi non di ultima generazione) che si
sono congratulati per la barca e che hanno confessato di quanto avrebbero
voluto poterne avere uno. E parliamo di disportisti che non girano
con una barca "bau bau micio micio", stiamo parlando di gente che ha
un Piantoni, un Mochi o un Marchi.
Resta pur vero che negli ultimi anni gli standard sono parecchio cambiati,
le barche sono sempre più salotti
e serve una passione un pò retrò e forse spartana per apprezzare questa barca,
bisogna amare più il legno della moquette, al di là delle possibilità economiche.
Per quanto ci riguarda, un errore ha generato quello che maggiormente
apprezziamo nell'Hudson 40. Forse, se fosse stata costruita fin dall'inizio
di 42 piedi, il pozzetto avrebbe avuto una disposizione diversa. Sta di fatto
che l'allungamento della
carena ha prodotto un pozzetto con una panca di 66 cm di larghezza che ci da
modo di farne il nostro "divano/letto" direttamente sul mare. In nessun'altra
barca abbiamo visto una cosa simile, e per noi il pozzetto è determinante per
vivere la barca.
Per concludere comunque la rassegna stampa, riportiamo anche un articolo dedicato
alle "Barche di una volta" apparso su Nautica nell'ottobre
del 2000 dell'Arch. Gino Ciriaci, perito navale oltre che articolista.